Vi siete mai chiesti cosa fosse il centro oli di Ortona?
Bene, se non lo avete fatto è ora di farlo.Circa un anno fa mi sono imbattuto proprio con questa vicenda e il pensiero che mi è venuto, sentendo parlare del centro oli di Ortona e sapendo che Ortona è ricca di un buonissimo Olio Extra vergine come del resto dalle nostre parti, come era possibile che uno stabilimento simile potesse inquinare? E bene sì,informandomi meglio ho scoperto che era ed è una raffineria di petrolio dell'ENI.Ora quello che penseranno in tanti sarà questo:
"tanto si trova ad Ortona a noi cosa importa" è questo un concetto sbagliatissimo,innanzitutto perchè stiamo parlando della nostra regione, quindi già solo per campanillismo dovremmo lottare ma Vi voglio invitare a fare delle riflessioni su alcuni punti:
1 - Quale immagine daremo dal punto di vista turistico se da regione verde d'europa passiamo a regione nera? Le trivellazioni comprendono anche la costa.
2 - Le aziende agricole che producono vino,olio extravergine,latte,formaggi...venderanno i loro prodotti sapendo che nella notra regione c'è una raffineria di petrolio?
3- La salute, l'idruro solforato è una sostanza di altissima pericolosità,dove si stima che con la raffineria ne verrebbero emessi nell'aria circa 300 kg al giorno, è 25.000 volte più pericolosa dell'anidride carbonica.
4 - Per chi è ancora scettico e pensa che a noi non riguardi,vi dico che sulla piantina delle trivellazioni i comuni interessati che si trovano nelle nostre vicinanze sono:
Bellante, Sant'Omero, Campli, Controguerra, Sant'Egidio alla Vibrata, Torano Nuovo e Civitella.
Molto è stato fatto per combattere questa sciagura grazie ai comitati che si sono formati ma noi non possiamo restarcene in disparte come pecore della transumanza, il nostro disinteresse di oggi si può trasformare in un incubo domani.
Castorani Daniele
NO AL CENTRO OLI
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mercoledì 10 giugno 2009
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Ciao daniele che ne dite se organizziamo qualcosa a Mosciano tutti insieme (mi riferisco a Luca ,daniele,maurizio ,michele ,tu ,lucia,tonino etcc..) le firme sono state raccolte la sera della chiusura dei comizi da un gruppo penso di Giulianova.Io dicevo di fare qualcosa sull'aula consigliare
RispondiEliminaCiao da Michele
Ciao Michele certo ci lavorerò la prossima settimana,ti faccio sapere presto.
RispondiEliminaCiao Daniele
Chi scrive è nato in provincia di Chieti (Civitaluparella) e vive a Torino, dove sta seguendo un progetto per la produzione di energia da fonti rinnovabili, dai venti di alta quota; si tratta del progetto KiteGen. E' un sistema molto più efficiente delle tradizionali torri eoliche, che, va detto, alterano pesantemente il paesaggio senza offrire vantaggi cospicui sotto il profilo economico ed energetico. Il progetto KiteGen, che ha un impatto visivo minimo, si basa sul volo di aquiloni di potenza, che, opportunamente vincolati e comandati da terra, sono in grado di trasmettere potenze elevate. Il sistema è scalabile: si passa da impianti a un solo aquilone (KiteGen Stem) da 1-3 MegaWatt (la potenza nominale delle famigerate torri eoliche, ma con un peso di quasi due ordini di grandezza inferiore); fino a impianti con aquiloni vincolati a un anello di centinaia di metri di diametro, composto da rotore e statore in sospensione magnetica (sistema a carosello) con potenze dell'ordine dei GigaWatt (le potenze delle tradizionali centrali nucleari e termoelettriche). Un dimostratore della tecnologia ha già volato due anni fa, e continua la sperimentazione; mentre i disegni del progetto definitivo del KiteGen Stem sono quasi ultimati, e a breve inizieranno i primi lavori per installare un impianto a un solo aquilone sulle colline del Monferrato.
RispondiEliminaSi possono trovare maggiori informazioni sulla tecnologia tramite google, e qui a questo link c'è un'estesa intervista all'inventore:
http://nova.ilsole24ore.com/nova24ora/2009/07/aquiloni-energetici.html#more
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Economia%20e%20Lavoro/risparmio-energetico/multimedia/kitegen-come-funziona.shtml?uuid=b4ea347c-71f9-11de-92dd-89cda6061e6a
I governi, le industrie e gli economisti sembrano non accorgersi di queste straordinarie innovazioni tecniche, pertanto a fatica il progetto riesce a ottenere qualche finanziamento per la prosecuzione del lavoro di sviluppo e di messa a punto. Finora quasi tutto lo sforzo è gravato sulle spalle dell'inventore, Massimo Ippolito, che ha dovuto dare fondo ai suoi risparmi, e sacrificare molto del suo tempo. E corre continuamente il rischio di vedere svanire i frutti del suo lavoro e del suo ingegno.
Ecco, questo progetto potrebbe essere anche la risposta a un altro progetto sciagurato di cui sono venuto a conoscenza, non a caso ribattezzato Il Ritorno di Attila: si tratta del centro oli che l'ENI vuole realizzare a Ortona, contro ogni buon senso economico e imprenditoriale, e soprattutto contro i valori del territorio e delle qualità locali. Penso che a certi progetti ci si possa opporre più efficacemente anche presentando sofisticate alternative tecnologiche, ma rispettose dell'ambiente.
Si ritiene che la tecnologia KiteGen possa anche mettere in discussione gli equilibri finanziari che ruotano attorno all'energia; perché si tratta di un progetto che quando sarà ingegnerizzato e standardizzato abbatterà, e quasi annullerà, il costo dell'energia.
marchitti@hotmail.com
Grazie signor Mario di aver scritto questo commento,perchè fa capire che le menti in Italia ci sono e sono grandiose,purtroppo per le lobbi di potere che si sono create nel nostro paese non riescono ad emergergere e fanno in modo che il bene comune si trsferisca al bene di pochi.
RispondiEliminaCercherò di pubblicizzare il progetto, la ivito comunque a darmi altre informazioni appena può in modo da approfondire l'argomento.
Castorani Daniele